STORIA E ARCHEOLOGIA - IL VISIBILE INVISIBILE: SEGNI E SIMBOLI TRA PORTALI MEDIEVALI E STELE

13 Novembre 2025


Immagini dell’invisibile. Novembre di senso e di culto dove archeologia e storia dell’arte ci portano in un viaggio simbolico e spirituale attraverso portali di cattedrali - ad esempio quella medievale a Fidenza (Pr) - stele comparse in punti misteriosi e significativi del crinale lunense a Pontremoli (Ms) e antiche tombe di borghi padani perché i defunti venivano inumati con protezioni lignee, quanto più vicini al luogo di sepoltura e di devozione dei santi martiri.

Con un punto convergente “localizzati molto spesso in Italia dove sorge un corso d’acqua, una sacralità di scelta. E qui si generavano santuari dedicati a pietre attorno a cui si formava così una società”: lo dice l’archeologo Emmanuel Anati che, dopo 40 anni, è tornato al Museo delle Statue Stele a Pontremoli, nel Castello del Piagnaro.
“Il fenomeno di una religione universale che ha per culto monumenti con popolazioni che parlavano lingue diverse e lì si identifica e si riunisce è davvero affascinante e concettualmente potente”.

In attesa, dunque, della conferenza del professore Arturo Carlo Quintavalle in “Una nuova storia per la Cattedrale di Fidenza” – con focus sul Cristo Pantocratore e i simboli evangelici nella zona absidale del duomo di Fidenza, come preannunciato dalla vicesindaca Maria Pia Bariggi – in programma venerdì 14 novembre alle 18 nell’Oratorio di San Giorgio per la Festa della Storia e, reduci dall’incontro con l’archeologa Cristina Anghinetti, sempre sugli scavi in piazza Duomo, vi proponiamo oggi spunti di riflessione che abbiamo ricercato e recuperato – grazie al sindaco di Pontremoli Jacopo Maria Ferri e alla funzionaria Roberta Dadduzio – dalla recentissima conferenza del professore Emmanuel Anati per celebrare il mezzo secolo di vita dell’esposizione lunense inaugurata dal mi
nistro Giovanni Spadolini nel 1975.

«La religione ancestrale ha il suo santuario in questo castello»: Anati è uno storico e archeologo, fondatore del Centro Camuno di Studi Preistorici che si dedicò per decenni allo studio delle figure incise nella roccia e delle statue stele della Lunigiana. Ha condotto ricerche in tutto il mondo, con particolare attenzione a Pontremoli e alla Lunigiana.

«Sono emozionato tornando qui dopo tanto tempo a visitare il Museo e a rivedere le mie statue – ha detto Anati al sindaco Ferri –. Sedotto dalla storia scritta nella pietra che dalla stele si raccoglie. È un santuario di una religione ancestrale che non è mai scomparsa».
«Hanno eccezionale importanza per la storia dell’umanità, e sono diffuse in Cina, Eurasia, sino alle sponde dell’Atlantico».
«Viene da pensare che ci sia un unico filo che unisce i segni, i simboli e le statue rappresentanti esseri spirituali, antenati esistiti veramente.
In questi esseri – le stele – il concetto di base è che lo spirito del defunto, realmente o immaginato, abiti dentro le pietre che il vivente non può penetrare.
È il sepolcro come involucro degli spiriti.
Ci sono ancora pratiche simili – ha sostenuto Anati – in villaggi dell’India o in cerimonie africane: immaginano che lo spirito di un loro antenato, ancorato nella mitologia del posto, entri in una pietra, divenuta poi oggetto di culto».

 
Lo Staff Castelli del Ducato
A fianco della Storia

Foto Comune di Pontremoli e Comune di Fidenza

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