Chi erano i templari, tra “fraternitas e solidarietas” protettori del Santo Sepolcro? E quali i loro legami con Fidenza e il territorio?
Dalla lastra tombale in marmo del cavaliere templare Guido Pelavicino, in effige da guerriero con la daga, custodita nell’Abbazia Cistercense di Fontevivo alla domus del Cerro [ in plebe burgi S. Donnini ], l’odierna Toccalmatto in Fontanellato, fino alla Pieve di Cabriolo, “ecclesie, mansio et templum domini” a Fidenza, una piccola motta designata con il toponimo Cacobrolo, Carabiolo, Carubiolo o Cacoprolo, senza dimenticare le 23 mansiones di Piacenza e quelle in Parma città: ha disegnato una vera e propria geolocalizzazione sulla carta identitaria dei luoghi dei templari, don Massimo Fava, parroco di San Secondo, in occasione della partecipata Conferenza della Festa della Storia a Fidenza, mercoledì sera nell’Oratorio di San Giorgio.
Introdotto dalla vice sindaco con delega alla Cultura e Turismo Maria Pia Bariggi - che ha sottolineato il legame tra Cabriolo, Tommaso Becket e i numerosi luoghi di culto in Italia vocati e collegati al santo britannico, assassinato nella Cattedrale di Canterbury nel 1170 - don Fava ha condotto una conferenza quasi in forma di indagine storica dove, documento dopo documento, con un importante lavoro di precisa ricerca sulle fonti, ha svelato tre notizie: “La “Domus de Cerro” a Toccalmatto nel 1170 era già attiva; nel 1227 certamente era presente la “Casa del Tempio” a Cabriolo; nel 1268 a Carubiolo c’era frate Gabriele; il 7 maggio 1310 a Cipro risulta un templare inquisito, che fu ordinato proprio nella nostra Fidenza”.
Focus importante sull’Arcivescovo di Ravenna Rinaldo da Concorezzo, referente di tutte le diocesi per l’Emilia, che per primo vietò l’uso della tortura per obbligare i templari - falsamente accusati di aver tradito la religione cristiana e processati davanti agli inquisitori - ad ammettere ciò che mai avevano commesso: caddero così i 118 capi d’accusa e ci fu l’assoluzione in blocco dei templari. “Un antesignano dei diritti umani - come lo ha definito don Fava - e difensore della giustizia contro coloro che accusavano i templari di nefandezze per impossessarsi dei loro beni”.
Viaggio fotografico, poi, nell’archeologia muraria alla chiesa di Cabriolo - in attesa di vere e proprie “passeggiate ed escursioni culturali” annunciate nel 2025 dalla vice sindaco Bariggi - alla scoperta di “mattoni graffati” con pettine e “croci graffite” per chiudere il percorso.
Con alcune domande da approfondire ancora: perché è così importante l’Arcivescovo Rinaldo da Ravenna per Fidenza?
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Lo Staff dei Castelli del Ducato